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Casavo14 giugno, Marketing Casavo

Guida al Bonus Verde 2022 per giardini e terrazze

Stai pensando di rimettere a nuovo gli spazi verdi della tua casa per ricavarti un’oasi di pace in giardino? Grazie al Bonus Verde 2022 puoi farlo, risparmiando fino a 1.800€.

La Legge di bilancio 2022 ha infatti previsto una proroga anche per il 2022 del “bonus verde”, l’agevolazione fiscale del 36% delle spese sostenute per la sistemazione di terrazzi, giardini e aree verdi private.

Se ti sembra di non riuscire a districarti fra gli interventi detraibili e i documenti da presentare per ottenere il rimborso, non preoccuparti: in questa guida di Casavo trovi la risposta a tutte le tue domande.

Bonus Verde: chi può richiederlo

Oltre al bonus mobili ed elettrodomestici, al Superbonus 110%, all’incentivo facciate e ristrutturazioni, la Legge di Bilancio 2021 ha disposto la proroga al 31 dicembre 2022 anche per il Bonus Verde.

Il Bonus Verde 2022 è, in sostanza, una detrazione fiscale del 36% per le spese sostenute - tra gennaio 2018 e dicembre 2022 - per la ristrutturazione delle aree verdi di proprietà tua o del condominio in cui vivi.

La soglia massima detraibile è fissata a 5.000€ con un recupero in dichiarazione dei redditi pari a 1.800€, che ti verranno restituiti in 10 anni, con rate di pari importo, a partire dall’anno in cui hai sostenuto le spese.

Se possiedi più di un immobile, prepara la calcolatrice: puoi usufruire del bonus giardini per ognuno di essi. La stessa cosa vale per i condomini: il tetto di spesa è di 5.000€ per ciascuna unità abitativa. E se effettui interventi di miglioramento sia in casa che nelle aree verdi di uso comune, il bonus ti spetta due volte.

Ma come usufruire del bonus verde? Chi può richiederlo?

L’incentivo può essere richiesto:

  • dai proprietari di immobili;
  • dai nudi proprietari;
  • da chi ha l’usufrutto;
  • dagli inquilini in affitto;
  • da chi ha l’immobile in comodato d’uso;
  • da chi usa la proprietà per l’esercizio della propria professione;
  • dalle associazioni di professionisti;
  • da enti pubblici o privati che versano l’IRES;
  • da chi abita in case popolari;
  • da edifici condominiali.

In parole semplici, il bonus spetta a tutti i soggetti che possiedono o detengono l’immobile nel quale vengono effettuati gli interventi, che hanno pagato per la loro realizzazione e possono dimostrarlo.

Prima di entrare nel dettaglio di come richiedere l’agevolazione, però, è importante che tu capisca bene quali spese rientrano nel bonus verde per evitare spiacevoli sorprese.

Su quali interventi è possibile richiedere il bonus verde

L’Agenzia delle Entrate già nella circolare n. 13 del 31 maggio 2019 aveva chiarito che “sono agevolabili le opere che si inseriscono in un intervento relativo all’intero giardino o area interessata, consistente nella sistemazione a verde ex novo o nel radicale rinnovamento dell’esistente.” (Fonte: agenziaentrate.gov.it)

Se stai pensando di utilizzare il bonus per acquistare qualche complemento d’arredo o una copertura mobile per il terrazzo, ci dispiace deluderti: le spese una tantum o stagionali non sono tra quelle detraibili con questa agevolazione.

Al contrario, lo sono:

  • la sistemazione a verde di giardini, terrazzi e balconi sia privati che condominiali;
  • il recupero del verde in giardini di interesse storico e artistico;
  • le grandi potature;
  • l’acquisto e il posizionamento di piante e alberi, anche in vasi mobili;
  • il disfacimento e rimessa a nuovo dei manti erbosi (con esclusione di quelli utilizzati per uso sportivo con finalità di lucro);
  • la realizzazione di coperture verdi e giardini pensili;
  • il rifacimento degli impianti di irrigazione;
  • la progettazione di orti e aiuole;
  • la realizzazione di pozzi e recinzioni.

In aggiunta, puoi portare in detrazione anche le spese di alcuni interventi di edilizia libera, come la realizzazione o sistemazione di vasche per la raccolta dell’acqua e la sostituzione di fontane, sculture, fioriere fisse e arredi similari.

Rimangono invece a tuo carico l’acquisto di vasi e attrezzature, la manutenzione ordinaria delle aree verdi private o condominiali e i lavori che deciderai di fare per conto tuo.

Ma cosa succede, invece, se decidi di avvalerti di una ditta specializzata per il rinnovo degli spazi esterni e delle aree verdi, acquisto di piante e arredi compreso? Il fisco parla chiaro: diventa tutto detraibile. Sembra controintuitivo, forse, ma se vuoi risparmiare davvero noi di Casavo ti suggeriamo di rivolgerti a un professionista del settore.

Ora che abbiamo parlato di cos’è e chi ne ha diritto, non ci resta che spiegarti come richiedere il bonus verde e come inserirlo nel 730.

Come funziona il Bonus Verde

Richiedere il bonus giardini è molto più facile di quello che pensi. Non servono modulistiche particolari né attese infinite su portali online dedicati. Tutto ciò di cui hai bisogno è la tua dichiarazione dei redditi e la documentazione necessaria a provare le spese sostenute. Ma procediamo con ordine.

Innanzitutto per ottenere il bonus verde è necessario indicare, nella sezione apposita del modello 730, i dati catastali dell’immobile in cui sono stati fatti i lavori. Fin qui, nulla che il tuo commercialista non possa aiutarti a fare.

Poi tocca a te. Per essere detraibili, gli acquisti e la manodopera devono essere dimostrabili: conserva una copia delle ricevute di pagamento che provano l’effettivo esborso di denaro che hai affrontato. Ogni scontrino o fattura emessa dai tuoi fornitori deve contenere il tuo codice fiscale o quello del beneficiario della detrazione. Deve essere presente inoltre la descrizione dettagliata dell’intervento, per dimostrare che sia tra quelli considerati validi all’ottenimento dell’agevolazione fiscale.

Quanto ai pagamenti, come per gli altri bonus statali prorogati, devono essere corrisposti solo attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità, e cioè: bonifico bancario, assegni, carte di credito e bancomat.

La procedura cambia di poco per i condomini, dove rimane invariata la regola delle spese tracciabili. Si dovrà però aggiungere alla documentazione da presentare anche:

  • un’autocertificazione che attesti che l’ammontare delle spese sulle quali è calcolata la detrazione non superi la soglia massima di 5.000€ per unità abitativa;
  • una dichiarazione dell’amministratore condominiale che attesti di aver adempiuto agli obblighi previsti dalla normativa vigente, certifichi l’entità della spesa e la misura della detrazione;
  • in mancanza del codice fiscale del condominio minimo, un’autocertificazione che attesti la natura dei lavori effettuati e indichi i dati catastali delle unità immobiliari.

Tutto chiaro? Se hai ancora qualche dubbio, dai un’occhiata alla tabella riepilogativa qui sotto.

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